“L’estate della pantera” di Leonardo Mazzeo

08/07/2024. “Quella mattina portavo il cappello rosso. Ah, ecco, scusa: mi ero scordato questo particolare e visto che tu mi hai detto che sono importanti, lo aggiungo ora. Nello zaino avevo messo anche i cappelli: se porto quello rosso vuol dire che sono arrabbiato e che non devono parlarmi; quello azzurro invece vuol dire che è tutto ok e che sto bene, mentre quando porto quello bianco non lo so come sto. Quel giorno avevo infilato il bianco e l’azzurro nel mio zaino e avevo messo quello rosso, così mamma e papà sapevano che ero arrabbiato. Io quei giorni a Roma mi stavo divertendo molto, anche perché mamma e papà mi lasciavano spesso al centro estivo Ondina, dove ci sono le piscine e gli scivoli e tanti giochi da fare. Lì potevo giocare con i miei amici di scuola a tante cose: la mattina facciamo una partita di pallone e poi ci tuffiamo, dopo pranzo invece di solito giochiamo al Game Boy sotto l’ombrellone, poi al pomeriggio giochiamo un altro po’ e così a fine giornata sono talmente stanco che dormo pure con la luce spenta, e io non sono uno che dorme con la luce spenta”.

Federico, detto Chicco, è il bambino protagonista del romanzo di Leonardo Mazzeo dal titolo L’estate della pantera, da cui abbiamo tratto il brano sopra riportato. Ci troviamo a Montebasso, un piccolo paese di montagna in cui non succede mai niente, almeno fino all’estate in cui un mistero e un grave incidente non sconvolgeranno la vita del tranquillo borgo. Chicco è l’unico che potrà aiutare l’ispettore Caldara a capire cosa sia successo ripercorrendo gli avvenimenti degli ultimi giorni tra boschi che nascondono segreti, leggende di paese e avvistamenti di una pantera.

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