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I bastardi di Sarajevo – e-book
Prefazione di Riccardo Noury Introduzione di Silvio Ziliotto Postfazione di Eldina Pleho
Autore:
Codice Isbn:
9788868610647
Anno di pubblicazione:
2014
Tipo di Copertina:
Numero Pagine:
224
Descrizione
Una città in balìa della corruzione, un Paese senza speranze di futuro, il fantasma del passato che torna dall’Italia
“Io e te siamo musulmani per convenienza, corrotti per scelta, scaltri per divertimento, potenti per vocazione, Nihad… perché tu non sei migliore di me, rassegnati… sei il servo perfetto per il perfetto padrone…!”.
Sarajevo, Bosnia Erzegovina: il destino della capitale e dell’intero Paese è nelle mani di una classe politica corrotta e aggressiva, che governa in simbiosi con la peggiore criminalità. Ai lupi della politica non importa che odore abbia il branco con cui fanno affari. Musulmani, ortodossi o cattolici sono la stessa cosa. Ciò che importa è il potere. Ciò che li spinge ad agire è il denaro.
“La scrittura acre e tosta di Leone manda di morte e polvere da sparo e ci indirizza verso un’Ade balcanica senza ritorno e senza via d’uscita, ove la cartolina ridente della Bosnia Erzegovina e della pittoresca Sarajevo si scolora, accartoccia, annerisce, come buttata nelle braci ardenti del camino della Storia recente, per poi divenire velina nera e negativo evanescente che scompare in cenere”. (Silvio Ziliotto)
I bastardi di Sarajevo ringhiano forte, sia nel presente che nei ricordi del passato dei protagonisti del libro. C’è la crudeltà e la spregiudicatezza dei carnefici e la sofferenza taciuta delle vittime, soprattutto donne. La voglia di rivoluzione dei giovani e la saggezza rassegnata e ironica di un Professore. La brama sanguinaria di certi turisti e la ricerca di redenzione da parte di chi – come molti di noi – ha guardato da spettatore la guerra e non ha fatto ciò che doveva. I personaggi sfilano davanti al lettore sul palcoscenico decadente di una Sarajevo dai mille angoli bui, con l’autore che tesse una trama perfetta e avvincente fatta di soli dialoghi. Il teatro dei bastardi di Sarajevo non ha ancora calato il sipario.
“Non è un giallo, quello di Luca Leone. Il colore dominante de I bastardi di Sarajevo è il nero: non solo come genere letterario noir, quanto soprattutto come colore dell’umore del presente e prospettiva del futuro. La Sarajevo che Leone descrive è una Sarajevo ancora sotto assedio”. (Riccardo Noury)
“Al termine della lettura di questo libro, resta ancora uno spiraglio di luce per la disgraziata umanità bosniaca che, comunque, continua a resistere”. (Eldina Pleho)