7 aprile, festa della donna in Mozambico, il ricordo di Josina Machel in “Black Sisters”

04/04/2025. Il 7 aprile il Mozambico celebra la festa della donna in onore di Josina Machel, una delle protagoniste del libro di Antonella Sinopoli dal titolo Black Sisters. Le donne e la guerra nell’Africa subsahariana. Josina – scrive la Sinopoli – cominciò l’attività politica clandestina quando era ancora adolescente e fece parte del primo gruppo di 25 donne che parteciparono al training militare a Nachingwea, nel sud della Tanzania. Fu una vita breve la sua: morì il 7 aprile del 1971 a soli 25 anni, a causa di un tumore al fegato che le era stato diagnosticato a Mosca. Ritornò in Africa, dove continuò a marciare, a combattere e a entusiasmare i suoi. Nel 1969 aveva sposato Samora Machel, compagno di vita e di lotta e futuro primo presidente del Mozambico (1975). A Josina, sua companheira, camarada e esposa, dedicò alcune poesie.

‘… Dal tuo pensiero farò la zappa che rivolta la terra ricca del tuo sacrificio. E nuovi frutti cresceranno…’”.

Nel racconto degli eventi della storia africana – quella del passato così come quella contemporanea – si tende a dimenticare la figura femminile. Eppure le donne hanno avuto e rivestono tutt’oggi un ruolo importante in fasi e momenti fondamentali del percorso storico del continente. La lotta contro il colonialismo le ha viste protagoniste attive e con originali forme di protesta; le guerre per le indipendenze le hanno viste combattere e gettare le fondamenta di una nuova consapevolezza femminile. Ma ci sono anche conflitti, come quelli degli ultimi decenni, che le hanno piegate (ma non vinte), violentate, private dei diritti fondamentali.

Questo libro vuole dare visibilità a tutte le donne africane, sia a quelle dimenticate nei campi profughi o costrette a subire continui abusi di potere, sia alle eroine silenziate, escluse da una narrazione sempre al maschile, nonostante abbiano dato un immenso contributo alla Storia.

“Nel futuro prossimo venturo alle donne africane spetterà il ruolo più difficile e impervio: quello di costruttrici di pace”. (Enzo Nucci)

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