“Bucefalo il pugilatore” un estratto

26/02/2025. “Avevo cominciato ‘n po’ de tempo prima a fà pugilato… Aò, ero tra i più piccoli a tirà li cazzotti ma ero forte! ‘Nzieme a Gigione e a zi’ Lelletto annavo sempre allenamme alla palestra “Audace”, sopra er Coliseo, e fu propro quà che iniziorno a chiamamme “Bucefalo”, come er cavallo de Alessandro Magno, forte e veloce! L’allenamenti ereno la parte più bella della giornata. Dunque se faceva: la corda, le schivate, ‘n po’ de pesi e se coreva tanto… tanto… Poi, capirai, co’ zi’ Lelletto me divertivo ‘n frego perché zi’ Lelletto puro era ‘n gamba, io e lui nun se facevamo mette li piedi in testa da gnisuno, eravamo ‘na forza!”

Alessio De Caprio nel brano sopra riportato tratto da Bucefalo il pugilatore ci racconta la vera storia di Lazzaro Anticoli, ebreo residente nel ghetto di Roma, e della sua grande passione per la boxe, arrestato e ucciso insieme ad altri 334 martiri – civili e militari italiani, prigionieri politici, ebrei o detenuti comuni – il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine dalle forze di occupazione tedesche.

Attraverso il dramma di Lazzaro Alessio De Caprio in Bucefalo il pugilatore racconta le vicende di un quartiere intero, che negli anni Trenta e Quaranta del Novecento hanno caratterizzato la vita di “piazza” di uno dei cuori pulsanti della Capitale.

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