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La coscienza delle macchine, un estratto da “L’evocatore e altri racconti”
22/01/2025. «Queste macchine… lo sanno di essere soltanto… macchine?», pensai ad alta voce mentre l’aeromobile volava sopra i vicoli più bui di Alphaville.
«Assolutamente no – rispose il greco con un tono perentorio che lasciava trasparire un’estrema certezza in quello che affermava –. La mancanza di consapevolezza della propria condizione è il principio cardine dell’intelligenza artificiale. In ogni Dioniso sono stati innestati i ricordi di una storia umana e personale che è coerente con la sua condizione di vita attuale. Da questi innesti deriva la libertà stessa dei Dionisi: nessuno li obbliga a fare ciò che fanno; potrebbero lasciare Alphaville in qualsiasi momento e ricominciare una nuova vita altrove, sono solo gli istinti e gli impulsi che provano a trattenerli nella loro condizione. E se anche qualcuno provasse a spiegare loro la verità delle cose, non ci crederebbero mai. È come se io ora ti dicessi che anche tu sei un automa e che tutto ciò che hai vissuto e vivi, che provi e pensi, è in realtà artificiale. Mi prenderesti per un folle, no?».
Il brano sopra riportato è stato tratto dal racconto Una notte ad Alphaville, uno dei tredici racconti del libro di Emmanuel Di Tommaso dal titolo L’evocatore e altri racconti.
Qui, in un universo imprevedibile, fondato sull’egemonia dei Senza Nome, creature spietate provenienti dall’Oltre, la galassia sconosciuta, si sono impadronite del nostro mondo. Con la dimensione interiore dei protagonisti al centro della narrazione, l’autore in ogni storia ci apre una finestra su anime in dissoluzione, costrette ad affrontare i dèmoni dell’impossibile che prende corpo, dando vita a disperate forme di resistenza condotte a colpi di utopie, azione, inazione e confessioni.
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