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Un estratto da “Giuditta. Il ghetto di Roma, la dittatura fascista, la Resistenza”
28/02/2025. “L’argomento matrimonio stava diventando sempre più scottante, nella loro famiglia. Giuditta non era certo una bellezza, ma il suo patrimonio bastava e avanzava per attirare come mosche ragazzi e uomini del partito. Giuditta procrastinava, ma rimandare stava diventando sempre più pericoloso. Respingere un pretendente fascista veniva considerato un insulto, e punito di conseguenza. Lea, disperatamente contraria a un’unione basata solo sull’interesse, non faceva che schierarsi con la figlia, inventando scuse sempre più deboli.
Parecchie camice nere si erano presentate a casa loro, invitate o meno. Helena aveva servito loro caffè, vino, dolci, mentre Giuditta restava seduta con la schiena dritta, conversando con la consueta piacevolezza, ma con una cortesia così glaciale da scoraggiare quasi tutti”.
Il brano sopra riportato è tratto dal nuovo romanzo di Martina Galletta dal titolo Giuditta. Il ghetto di Roma, la dittatura fascista, la Resistenza, ambientato a Roma tra le due guerre mondiali e narra della profonda amicizia, prima di tutto politica, tra Giuditta, una ragazzina ebrea, e Libero, un operaio comunista. Un legame unico e indissolubile, un libro che omaggia Roma e la Resistenza, le vittime delle leggi razziali e le decine di migliaia di donne e uomini che hanno dato la loro vita per la nostra libertà. Il racconto di un passato che ormai è quasi presente, un disperato e lucido appello alla Memoria e all’umanità.
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